Nato a Torino nell'altro secolo
Folgorato sulla via di Damasco dall'incontro con un vasaio e successivamente dalla lettura del solito testo responsabile delle vocazioni della maggior parte dei ceramisti, adolescente, inizia a giocare con la terra.
Durante gli studi per diventare agronomo consolida la passione per la ceramica presso i laboratori di altri artigiani e trova motivo di ispirazione nella lettura del "Poème ceramique" di frère Daniel de Montmollin della comunità di Taizé in cui trova interessanti spunti sul recupero di senso e significato del lavoro manuale.
Portatore sano di argilla e piromane.
La conoscenza degli scritti di Lanza del Vasto poi lo convinse definitivamente che la salvezza della propria vicenda umana si potesse compiere attraverso il lavoro delle proprie mani e che la riduzione della distanza tra materia prima e mano fosse un atto di giustizia e nonviolento.
Dotato di un discreto fiuto (leggi "vocazione") per tutte le attività che portano agli stenti e alla fame, senza indugi tenta più volte di campare con la terra alternando l'agronomia e la ceramica ma mantenendo una meravigliosa attitudine ad evitare di diventare ricco e famoso.
A forza di vedere telefilm di Mac Gyver, in un "delirio da bricoleur", inizia ad auto-costruirsi tutta l'attrezzatura necessaria per il lavoro (tornio, compressore, trafila, utensili, ball mill, cabina di aspirazione, forno, smalti, software per la formulazione degli smalti...) facendo di necessità virtù ma anche persuaso che il percorso sia più importante del risultato.
Per cercare di migliorare la qualità del suo lavoro, per assecondare una sua naturale pigrizia e per vincere una certa resistenza a compiere sforzi inutili passa gran parte del tempo a studiare vie brevi o alternative, scorciatoie informatiche, utensili immaginari invece di passarlo sul tornio
Dopo aver allestito laboratori nei luoghi più improbabili o malsani, si trasferisce finalmente nella campagna del basso Canavese dove si costruisce un nuovo forno a gas a fiamma rovesciata e un piccolo ma ospitale atelier a contatto con la natura, che chiamerà loculo (nell'accezione di piccolo luogo).
Ora ha finito di litigare con la nuova cabina di smaltatura a velo d'acqua, ha modificato lo splash pan del secondo tornio Shimpo VL Whisper e da poco ha rivoluzionato il laboratorio di smaltatura.
Il prossimo progetto sarà quello di costruirsi un nuovo laboratorio con la tecnica delle balle di paglia e argilla (così da poterlo chiamare "laboratorio delle balle") ma per far questo deve prima vincere al gratta e vinci e prima ancora iniziare a giocare.
Lavora da solo, con il tornio e le mani come utensili
Negli ultimi anni ha caricato e scaricato il kangoo infinite volte, ha partecipato a mercatini dai nomi fantasiosi, ha fatto prendere aria ai vasi in luoghi non battuti da anima viva, il tutto nella speranza di incontrare collezionisti facoltosi e amatori di fango cotto.
Una cosa l'ha imparata, oltre a riempire il furgone fino al limite delle leggi della fisica: si deve accontentare che il lavoro piaccia soprattutto a lui e che ogni mattina si alzi volentieri per farlo.
Essendo fisiologicamente impedito a simulare apprezzamenti per le cose che non gradisce e possedendo una spiccata attitudine ad essere poco diplomatico è conosciuto per una capacità di accomodamento simile ad un porcospino.
Tuttavia dopo qualche anno la sua parresia viene molto apprezzata anche se a volte fuori tempo massimo.
"A l'è mac pauta" (è solo fango) dice il suo amico Adriano a proposito dei vasi.
Verità esistenziale.
Sono polvere come noi lo siamo.